Osnago: adottato il PGT. Il Piano Fiera prevede 68 mila mq di nuove costruzioni, foresteria, uffici e il Catenificio

Tra le polemiche del gruppo di minoranza è stato adottato il nuovo Piano di Governo del Territorio, l’insieme di documenti che tratteggia l’impronta urbanistica del futuro. Se i carteggi si occupano di tutto il territorio comunale, il dibattito in aula si è concentrato su una porzione insediativa, la più grossa: il Piano Fiera.
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Osnago non ha più comparti produttivi da trasformare o recuperare. C’è però questa grossa area che si scorge dalla strada provinciale per la quale da tempo si cerca di trovare nuove soluzioni, partendo da condizioni pregresse complesse. Il Piano Fiera si trova in via Martiri della Liberazione. Il nuovo PGT scioglie il vigente PP1 e detta nuove linee guida. La superficie di terreno è enorme, non su tutta si cementificherà. Il consumo di suolo non sarà imputato al comune di Osnago, in quanto le previsioni di sviluppo vengono considerate strategiche per l’asset sovralocale. Risulta di interesse provinciale, per cui non verrà fatta valere la riduzione del consumo di suolo del 20% per gli interventi a carattere non residenziale (per quelli residenziali è del 25%).

La maxi area è ancora suddivisa in 3 sub-ambiti di trasformazione, ma hanno una minore interdipendenza vincolante rispetto al passato. Ciò potrebbe favorire lo sbrogliamento dei lacci burocratici. Il primo che si incontra svoltando dalla Provinciale 342 dir ha una superficie territoriale di 17 mila mq (come in precedenza). L’area fondiaria edificabile ammissibile sarà di 9.500 mq. I restanti 7.500 mq saranno a verde (nel PGT vigente non sono previsti). In realtà la superficie lorda di pavimento, ovvero il reale suolo su cui si può costruire sarà di 6.500 mq, si arriva ai 9.500 mq alzandosi su più piani (l’altezza ammissibile degli edifici è stata fissata per questo sub-lotto a 12 metri). Le funzioni insediabili sono state circoscritte. Viene abbandonata l’idea di usi congressuali ed espositivi, la Fiera appunto. Si pensa piuttosto a funzioni produttivo-direzionali e residenziali connesse. Entrando ancora di più nel dettaglio si ipotizzano attività di ricerca, formazione, sviluppo, information technology, robotica, e altre attività di produzione con elevato contenuto tecnico e tecnologico, con tanti addetti con elevata qualificazione. In alternativa, verrebbe realizzato un fab lab (fabrication laboratory) dotato di residenze per ricercatori e operatori, per permanenza di breve e medio termine, dotate di attrezzature e spazi per smart working. Il privato dovrà creare almeno 50 posti auto. Ma soprattutto dovrà cedere un contributo di 350 mila euro per la realizzazione di opere all’esterno del comparto: innesto stradale sulla rotonda, fasce alberate, pista ciclopedonale, fossi per il drenaggio dell’acqua.
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L’AT 1.2 è un fondo di 25.300 mq. La superficie fondiaria edificabile sarà di 6.300 mq, ma l’occupazione di suolo è ridotta a 3.900 mq (salvo il raggiungimento di fattori incrementali). Gli edifici dell'AT 1.2 non potranno spingersi oltre i 12 metri di altezza. I restanti 19 mila mq saranno a verde, a seguito di una riqualificazione per riportare l’area ad uso agricolo. Per questo lotto dovranno essere realizzati almeno 60 posti auto. In questa zona si punta a creare un polo integrato per lo svolgimento di attività di alta formazione del personale tecnico ed operativo per le attività manifatturiere. Una scuola che possa essere inquadrata nel sistema degli Istituti Tecnici Superiori. La programmazione di questo ITS sarebbe concordata con gli Enti territoriali competenti e con le associazioni di categoria (Confindustria, sindacati, ...).


Infine l’AT 1.3 che ha una superficie complessiva di 98.900 mq. La Superficie fondiaria edificabile è di 88.600 mq, di cui il consumo di suolo è di 57.600 mq. I capannoni industriali (per i quali viene esclusa la logistica e i data center) potranno alzarsi su questo sotto-lotto fino a 14 metri. A verde andranno 10.300 mq. È un lotto produttivo, almeno una parte verrebbe occupata dal catenificio Regina. In cambio dell’edificazione su questo sotto-ambito il privato dovrà dare al Comune un contributo di 1,9 milioni di euro e realizzare almeno 450 posti auto. La proprietà è inoltre vincolata a realizzare delle opere viabilistiche (compreso un tratto di pista ciclopedonale) e dei collegamenti ecologici. L’estensore del PGT non ha specificato a cosa potranno servire gli 1,9 milioni di euro e i 350 mila euro del primo lotto, ma l’amministrazione comunale ha dichiarato in precedenti occasioni che verrebbero sfruttato per la riqualificazione della Cassinetta in centro paese che versa in condizioni fatiscenti. Lì si vorrebbe costruire una struttura per anziani.

In aula consiliare non sono stati forniti tutti questi dettagli, ma il Piano Fiera è stato fortemente osteggiato dal capogruppo di minoranza Marco Riva, che ha ribadito più volte che l’accordo di programma sovralocale, sottoscritto il 29 gennaio 2009 e di durata quindicinale, sarebbe ormai scaduto. L’intera impalcatura, ha fatto intendere Riva, dovrebbe essere perciò rivista. Il sindaco Paolo Brivio ha replicato che dovrà verificare tale condizione, ma ha rimarcato che il comparto della Fiera è di interesse sovracomunale in quanto è prevista nella programmazione urbanistica della Provincia di Lecco, il PTCP.
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Il sindaco ha chiesto alla minoranza di avanzare proposte alternative. Riva ha quindi ipotizzato di trovare un’area di interesse sovracomunale che sia già edificata, citando la ex RDB di Lomagna. Ma Brivio ha ribattuto che la ex RDB di Lomagna non rientra nella programmazione strategica della Provincia di Lecco. Il commento finale di Riva è stato secco: “Si maschera il fatto che una parte di quel comparto, vicino alla discoteca, lo si vuole trasformare in residenziale. Si usa il Marasche come bancomat”. Un riferimento agli oneri di urbanizzazione che portano nelle casse del Comune grosse risorse economiche quando si costruisce su vaste aree.
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M.P.
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