Mauro Piazza ai forzisti: siete irrilevanti e le vostre proposte irricevibili. Coalizione in crisi

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Per la Lega, ma soprattutto per il sottosegretario Mauro Piazza, Merate è la linea Maginot, la roccaforte che non può e non deve essere espugnata. A costo di far saltare la coalizione di centrodestra. E difatti ieri sera dopo uno scontro furibondo che ha visto Piazza ''aggredire'' – politicamente parlando - Roberto Gagliardi, Forza Italia ha lasciato il tavolo dell’ufficio di via Roma dell’on. Fiocchi. Le vostre proposte, avrebbe detto Piazza, sono irricevibili, vanno cestinate. Gli accordi sono già presi e a Merate si deve appoggiare Panzeri senza se e senza ma. Fratelli d’Italia ha tentato di mediare tra l’intransigenza leghista e la indisponibilità forzista a fare da semplice ruota di scorta. Ma senza successo. E del resto ai meloniani interessa avere Oggiono e, in subordine, Casatenovo (dove si sostiene però un candidato civico); a Merate sono scarsamente interessati avendo un circolo riorganizzato solo di recente.

Si dice che lo scontro sia stato durissimo con Mauro Piazza che, pur dovendo la sua fortuna politica a Forza Italia, abbia nella sostanza detto che il partito azzurro non conta nulla. Per esempio i tre consiglieri lecchesi passati alla Lega non sarebbero mai stati “restituiti” per garantire ai berlusconiani una rappresentanza politica a Palazzo Bovara. E del resto se anche la richiesta di Gagliardi di avere almeno un consigliere fosse stata accolta, questo consigliere avrebbe sempre risposto a Mauro Piazza.

Il quale, secondo fonti ufficiose, comincerebbe a diventare un problema anche per Fratelli d’Italia che per mantenere la coalizione non fa pesare lo strapotere numerico rispetto a una Lega che potrebbe essere addirittura scavalcata da Forza Italia come avvenuto in Abruzzo dove gli azzurri hanno quasi doppiato i voti dei salviniani.

Ma l’insofferenza monta. Perché a Merate dare il simbolo a Massimo Panzeri come vorrebbe Mauro Piazza viene considerato dagli uomini di Negri e Zamperini, un grosso rischio alla luce della defezione di due assessori su cinque con un terzo in bilico – Fabio Tamandi – e certamente lontano dalla Lega. Una parte di Fratelli d’Italia sarebbe contraria all’idea di concedere il simbolo per non correre il rischio di subire una dura sconfitta da parte di Dario Perego, che guiderà una lista centrista o di Mattia Salvioni, candidato del centrosinistra.

A Casatenovo i meloniani sostengono Angelo Perego, a capo di una civica che ha ottenuto la benedizione anche di Forza Italia e della Lega. Ma su questa ''piazza'', storicamente periferica e da anni roccaforte del centrosinistra, l'interesse dei partiti pare molto più flebile. A maggior ragione dopo l'ormai quasi certa candidatura tris di Filippo Galbiati.

Per ciò sul tavolo torna periodicamente il ''caso'' Monticello. Alessandra Hofmann, come Piazza, deve la sua carriera politica a Forza Italia ma poi ha seguito – come tanti altri – il Sottosegretario, trasferendo armi e bagagli nella Lega. Ovviamente si ricandida per poter essere riconfermata al vertice della Provincia. Ma a questo punto le cariche timbrate Lega sarebbero troppe e del tutto sproporzionate al peso elettorale. Per cui Fratelli d’Italia medita anche su Monticello.

Alla fine della giostra infatti, il Carroccio avrebbe oltre a Calolziocorte, la presidenza della provincia e le candidature a Merate e Monticello. Fratelli d’Italia solo a Oggiono con buone possibilità di vittoria. Forza Italia nulla.

Così la coalizione però, sembra dire Roberto Gagliardi, non può stare unita.
Claudio Brambilla
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