Church pocket/2. Lo spirito della Teologia - Il politeismo

Tutti a scuola elementare abbiamo studiato che i popoli della Mesopotamia avevano una religione politeista, ossia formata da un insieme, un Olimpo di divinità ed abbiamo sempre creduto che fosse la prima forma di religione organizzata.
Molti antropologi e stoici della religione hanno però posto il problema della datazione: nasce prima il monoteismo o il politeismo? Iniziamo con il capire la terminologia: il politeismo indica tutte quelle religioni che hanno molte divinità come ad esempio gli Dei dell’Olimpo greco; il monoteismo indica tutte quelle religioni che hanno un’unica divinità, come l’ebraismo. Qui si pone il problema dell’uovo e della gallina.
Alcune teorie portano a capire che il monoteismo sia un’evoluzione del politeismo, prima modalità religiosa dell’uomo del Neolitico. Personalmente mi accodo a quel piccolo gruppo di studiosi che ragiona “al contrario”. Si può considerare il politeismo evoluzione più elaborata di un monoteismo flessibile, legato al culto della terra e della fertilità.
La Madre terra, la grande Dea, è un culto antichissimo, sicuro del Neolitico ma forse nato nell’ultima parte del Paleolitico Anteriore come potrebbero le veneri paleolitiche.
Si può ipotizzare che tale culto sia la base della cultura spirituale dell’Homo Sapiens che diventa culto e religione. Si può credere quindi che il culto della Dea Madre o della Grande Dea sia il primordiale modo di fare il sacro da cui poi nascono i culti specifici legati alla vita quotidiana. Non a caso quasi tutte le religioni monoteiste e politeiste hanno la presenza di una grande e potente divinità femminile, reminiscenza del culto della Madre: Ishtar, la dea dell'amore e della fertilità assira e babilonese; Astarte, la più famosa delle dee della Terra di Canaan e dei Fenici ( che compare anche nella Bibbia, con Salomone); Hebat, la Dea Madre ittita moglie del Dio capo del cielo; Iside dea egizia della vita e della fertilità che accudisce suo figlio Horus; Era o Giunone, moglie del Dio Zeus o Giove.
Anche la religione cristiana ha il culto della Beata Vergine che può essere ricondotto – solo come fenomeno antropologico – all’arcaico culto della Dea Madre.
Per tutto questo, credo inoltre che il monoteismo stretto sia una primordiale modalità religiosa, spesso abbastanza rigida: l’esempio lampante è l’ebraismo che, oltre a non ammettere alcuna divinità al di fuori di יַהְוֶה non consente neanche la rappresentazione plastica dell’unica divinità. In questo l’Islam si può considerare una costola dell’ebraismo.
Quindi prima il monoteismo o il politeismo? Forse solo due strade diverse, nate dal culto della Grande Dea o forse no.
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Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
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Rubrica a cura di Pietro Santoro
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