Osnago: lo spettacolo degli studenti del “Comprensivo” per raccontare la Memoria

Per onorare il “Giorno della Memoria” e tenere sempre vivo il ricordo di tutto quello che ha significato, anche quest'anno l'istituto Comprensivo “Bonfanti e Valagussa”, cui afferiscono i comuni di Lomagna, Osnago, Montevecchia e Cernusco, ha messo in scena uno spettacolo denso di emozioni, con i ragazzi protagonisti.
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Gli alunni della primaria di Lomagna e tre classi terze del Comprensivo hanno raccontato la Shoah, i suoi protagonisti e le sue vittime, le lacerazioni e le leggerezze, i drammi e le piccoli miracoli che si sono consumati all'interno dei campi di sterminio.
A partire da quello dei bambini di Terezin.

Due ore dove storia, musica, arte, teatro, si sono condensati in maniera armonica, riuscendo a catturare l'attenzione delle famiglie invitate nella sala Sironi di Osnago ad assistere all'evento.

Tanti i messaggi, i punti di vista, gli aneddoti, le storie che sono stati offerti come riflessione attraverso la rappresentazione sul palco: dall'inganno perpetrato dai nazisti verso i piccoli che si trovavano nel campo e andavano a morire cantando a quello costruito per le autorità giunte a visitare il luogo e andatesene senza accorgersi dell'orrore che lì si stava consumando; dalle poesie scritte per sopravvivere dove al dolore e alla paura si contrapponevano il ricordo del focolare domestico che aiutava a stare in vita e la speranza di un domani migliore che prima o poi sarebbe arrivato; dalle nuvole cineree raccontate nello scritto di un bambino dietro cui però vi è il giorno ai disegni di farfalle, prati, abitazioni, l'opposto del quotidiano dei piccoli prigionieri.
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Lo spettacolo è stato un modo anche per ricordare alcune figure che hanno vissuto in quel tempo e hanno lasciato, ciascuno a suo modo, un segno.

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Petr Ginz che diede vita a una rivista clandestina; Friedl Dicker-Brandeis che organizzò programmi d'arte per i bambini attraverso i disegni di cose semplici (farfalle, fiori, case); Hans Krasa che inscenò una fiaba musicale interpretata per 55 volte nel campo di Terezin; Etty Hillesum scrittrice ebrea olandese che visse in un modo diverso la prigionia, cercando di trovare in se stessa una via di uscita e “un pezzo di cielo”, sentimenti espressi nei bellissimi disegni che hanno fatto da sfondo all'ultima parte dello spettacolo.
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Grazie all'impegno dei loro insegnanti che hanno studiato testi, musiche, scenografia i ragazzi hanno raccontato spezzoni di storia ma hanno soprattutto trasmesso emozioni, stimolato riflessioni, “costretto” a pensare a orrori passati che, forse, tanto vecchi e desunti poi non sono.
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S.V.
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