Il mastrogiardiniere/60: come preparare il terreno per la messa a dimora di una pianta da frutto

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Antonio Roda
Buongiorno,
oggi parliamo del terreno e come prepararlo prima della messa a dimora di una pianta da frutto.

TERRENO IDEALE

Il terreno ideale per un frutteto è di medio impasto, fresco e con ph 6-6,5.

In ogni caso, nelle prime fasi del progetto, è importante poter conoscere la dotazione nutritiva del terreno da cui si parte, che si ottiene con un’analisi chimico fisica del suolo. Questa valutazione ci permette di avere un quadro preciso sulla quantità di elementi disponibili e quindi come impostare una corretta concimazione iniziale. Un terreno sano è un terreno vivo e fertile, cioè ricco di microrganismi (funghi, alghe, batteri, insetti terricoli ecc.); questo complesso eco-sistema trae nutrimento ed
energia dalla disgregazione della sostanza organica (letame e/o compost vegetale), che viene decomposta prima in humus e quindi in elementi nutritivi assimilabili dalle piante. Nei terreni argillosi, la sostanza organica migliora la struttura del suolo, favorisce l’ossigenazione e rende più efficiente il drenaggio dell’acqua, mentre in quelli sabbiosi e sciolti ne attenua la porosità. Senza sostanza organica anche la somministrazione di concimi chimici non aumenta la fertilità del suolo, anzi la deprime, creando, nel tempo, accumuli di sostanze tossiche per le stesse piante.
Per il castano, mirtillo è consigliabile un terreno con ph pari o inferiore a 5. Persino i frutti minori come Ribes, Uva Spina, More e Lamponi prediligono terreni tendenzialmente acidi.

COME PREPARARE IL TERRENO
In fase d’impianto il terreno va lavorato, con un buon apporto di materia organica. Nella preparazione del terreno, è sconsigliabile intervenire sul terreno bagnato e con mezzi pesanti e, in ogni caso, bisognerà evitare lavorazioni pesanti che rivoltano il terreno troppo in profondità. Queste operazioni portano in superficie gli strati non biologicamente attivi e all’interramento dello strato attivo superficiale (i primi 15-20 cm.), sconvolgendo la disposizione naturale dei diversi strati del terreno.

PREPARAZIONE DELLE BUCHE
Le buche di piantumazione andrebbero scavate a fine autunno miscelando la terra di scavo con sostanza organica e lasciate aperte fino alla piantumazione (a fine inverno). Le variazioni di temperatura, tra giorno e notte, renderanno friabile anche un terreno pesante facilitando la piantumazione e l’ammendamento del terreno di scavo con sostanza organica. Le buche dovranno essere di 1,20x1,20 m di ampiezza e 0,60 m di profondità (circa la profondità di 2 vangate), di cui i primi 20-25 cm
(terra di coltura) rivoltati da un lato e i 40 successivi dall’altro. Per facilitare il drenaggio dell’acqua, nei terreni compatti e pesanti è opportuno dopo che si è raggiunto la giusta profondità di scavo rompere bene il fondo con una punta o con la vanga e collocare uno strato di sassi non troppo grossi per favorire il drenaggio.

MISCELARE LA SOSTANZA ORGANICA CON IL TERRENO
Durante la preparazione della buca, bisognerebbe anche migliorare il terreno con della sostanza organica ben matura di almeno un anno, utilizzando se possibile compost o letame. Se non si ha la possibilità di avere il proprio, acquistate sacchetti di letame sfarinato in un garden center. 
Se fate la buca delle dimensioni consigliate sarà consigliato utilizzare circa 60 litri di sostanza organica per buca, l’equivalente di un sacco o una cariola piena miscelandola per bene con la terra.


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PIANTE IN VASO O RADICE NUDA ?
Premettendo che è consigliabile acquistare piante a radice nuda piuttosto che piante in vaso (le piante in vaso anche se più grosse tendono a crescere meno dopo il trapianto in terra poi sono già impalcate a vaso non si potrebbe cosi scegliere forme di allevamento diverse), la messa a dimora delle piante può essere fatta da dicembre a fine inverno escluso i periodi di gelo.


FASI DI PREPARAZIONE PRIMA DELLA MESSA A DIMORA DI UN ASTONE A RADICE NUDA O SCOSSA
Pulire l’apparato radicale se troppo aggrovigliato e accorciare leggermente le radici più spesse di una matita.
Se possibile, usare la vecchia tecnica dell’inzaffardatura, che consiste nell’immergere le radici in un impasto semi-liquido ottenuto mischiando, in parti uguali, acqua, terra e letame fresco privo di paglia.


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ZAFFARDATURA
Tecnica utilizzata per impedire che asciughino le radici.
Fare attenzione a mantenere il colletto alla profondità corretta, per evitare asfissia radicale per eccessivo interramento o il contrario che si asciughi l’apparato radicale perché troppo fuori dal terreno.

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Prima di collocare la pianta, mettere un palo, (tutore), al centro della buca il quale servirà come sostegno nelle prime fasi di radicazione. Dopo aver separato dal terreno di riporto eventuali zolle erbose, pietre o macerie, si procede a riempire la buca con la terra precedentemente miscelata, a letame e/o compost. Per poi finire con una abbondante bagnatura.

RIFLESSIONE
Volevo dedicarvi una riflessione di uno chef che vedendomi raccogliere le foglie del proprio angolo verde l’hanno ispirato.


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Odore di miscela nell'aria, insolente rumore penetrante, di chi senza troppa fatica, sposta lontano foglie leggere dai mille colori d'autunno. Così spesso facciamo anche noi, spostiamo i nostri dilemmi altrove, anziché affrontarli. Problemi come foglie che cadono divertite dal cielo, li spingiamo via, negli angoli della mente, lontani dalla vista, ma mai veramente risolti.
Facciamo danzare le foglie come spade sulla testa senza imparare a raccogliere ed affrontarle con coraggio senza nasconderle nell'ombra della nostra anima. Theo 


Se avete domande, dubbi, curiosità, criticità del vostro verde da sottoporre al "mastro" inviatele pure a redazione@merateonline.it oppure scrivete al numero 340.957.40.11 corredando il vostro scritto possibilmente di fotografie.
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