Osnago: a Retesalute la casa confiscata per le dimissioni "protette" dall'ospedale

Il bene confiscato di Osnago sarà dato in gestione a Retesalute. Per conto dell’Ambito Distrettuale potranno essere ospitati fino a sei anziani in condizioni di fragilità residenti in uno dei Comuni afferenti al Distretto sociale di Merate. L’ipotesi progettuale è di riservare alcuni di questi alloggi alle dimissioni protette dall’ospedale. Dunque una soluzione per quei pazienti della terza e quarta età che escono dalla fase di ricovero ospedaliero, il cui rientro nella propria casa sarebbe comunque complesso da affrontare.
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Da un primo sopralluogo effettuato mesi fa dai professionisti dell’Ambito, accompagnati dal tecnico comunale, l’edificio sarebbe stato trovato in buono stato. Gli interni dovranno essere rifatti, con una disposizione dei locali ideale per un uso abitativo sociale, che dovrebbe prevedere anche delle stanze comuni. Si starebbe valutando inoltre di recuperare il sottotetto per creare degli ulteriori locali di servizio. Un nuovo sopralluogo fissato per la prossima settimana dovrebbe chiarire più precisamente lo sviluppo della progettazione architettonica.
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Una prima cifra spannometrica del costo dell’operazione sarebbe stata valutata in 200-250 mila euro. Con la proposta dell’Ambito in mano, il Comune di Osnago parteciperà al bando regionale per il recupero e il riutilizzo dei beni confiscati. Nel 2023 le domande potevano essere presentate nel primo trimestre dell’anno, con assegnazione avvenuta a metà giugno. Verosimilmente, a inizio 2024 il Comune potrà quindi avanzare la propria richiesta. La Regione finanzia il 90% dei costi per progetti fino a 150 mila euro. La restante parte dei lavori sarà coperta economicamente dai fondi del PNRR che l’Ambito si è già accaparrato.
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L’immobile sarà perciò consegnato in comodato d’uso gratuito a Retesalute, l’azienda speciale meratese che funge da braccio operativo per il Distretto di Merate. Negli altri Comuni della zona in cui stanno partendo i progetti PNRR per il co-housing per anziani e disabili, il comodato è stato pattuito per 20 anni. La stessa durata potrebbe essere definita pure per il caso di Osnago. Il cantiere potrebbe aprirsi nell’ultimo trimestre del 2024 e concludersi verso la metà del 2025.
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L’immobile al civico 12 di via delle Robinie è da qualche mese passato di proprietà al Comune di Osnago [clicca QUI]. Un passaggio che non per forza avrebbe comportato un immediato intervento pubblico. Tanto che il sindaco Paolo Brivio in Consiglio comunale aveva ampiamente messo le mani avanti nel giugno scorso. Poi però il primo cittadino ha preso di petto la situazione, indirizzandosi in particolare sulle risorse europee del PNRR in pancia all’Ambito Distrettuale, istituzione presieduta dallo stesso Brivio.
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Intanto lunedì 27 novembre sono cominciati i lavori di pulizia nel giardino. Li ha chiesti il Comune di Osnago alla cooperativa sociale Il Ponte di Albiate, già appaltatrice del servizio di manutenzione ordinaria del verde pubblico comunale. Un intervento straordinario di taglio erba, sagomatura delle siepi ed eliminazione delle piante infestanti che terrà occupati i giardinieri per tre giornate lavorative. Un impegno che verrebbe a costare al Comune circa 2.200 euro. Già dopo la prima giornata di lavoro il giardino ha cambiato radicalmente aspetto rispetto alla selva incontrollata di prima.
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L’intervento sul verde rappresenta il primo segnale concreto e tangibile della presa in carico del bene confiscato dopo la delibera di Giunta per l’acquisizione dell’immobile e i successivi passaggi formali. Si scorge dunque la luce in fondo al tunnel. Un esito che questo giornale ha stimolato dalle prime battute di questa vicenda, unitamente alle critiche all’amministrazione per l’inerzia dimostrata su questo tema fino a qualche mese fa. Una posizione assunta senza sconti per nessuno, che ci ha visto ricevere seccati e pretestuosi commenti dal gruppo di maggioranza, con attacchi anche in sedi inopportune. Abbiamo sempre ribadito quanto fosse importante che il Comune spendesse tutte le energie possibili per dare una destinazione sociale al bene confiscato. E in effetti, con piacere, già si avverte “la bellezza del fresco profumo di libertà” di cui parlava Paolo Borsellino.
Marco Pessina
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