Partorire al Mandic di Merate, esperienza positiva

Egregio Direttore,
desidero condividere la positiva esperienza vissuta presso l’Ospedale S. Leopoldo Mandic in occasione del parto del mio primo bambino a metà novembre. Andrea Fabrizio è nato con un leggero anticipo. Fin dall’ingresso notturno in Pronto Soccorso io e il mio compagno siamo stati accolti con competenza, cortesia e celerità dal personale, che ha subito allertato il reparto di ostetricia, dove sono stata ricoverata. Le ostetriche di turno mi hanno tranquillizzata con gentilezza e professionalità, fornendomi tutte le informazioni che richiedevo e accogliendo senza tergiversare la mia richiesta di chiamare l’anestesista per essere sottoposta a epidurale una volta in sala parto (mamme, se la chiedete a Merate la fanno). Nei giorni successivi alla nascita in più di una occasione le ostetriche sono passate in stanza, per i controlli certo, ma anche semplicemente per chiedermi “come stai”, o fare i complimenti al bambino; ho avuto l’impressione di un interessamento sincero, non legato ad un dovere imposto dalla professione. In altre parole il clima creato intorno a me e a mio figlio è stato sereno e mi ha ispirato fiducia e sicurezza; dovessi partorire ancora, sicuramente tornerei a Merate. Desidero quindi ringraziare:  la dott.ssa Dell’Anna che mi guidata nelle ultime fasi del parto. Non so se sia prassi che un primario assista alle nascite ma nel mio caso è successo e ho apprezzato;  le dottoresse Pellegrino, Acampora e Iezzoni, anche per l’assistenza prestata durante le visite di controllo pre parto;  le ostetriche Elisabetta e Gloria, che hanno fatto nascere Andrea Fabrizio;  Natalina, la prima persona che mi ha accolta in reparto e che mi ha seguita con umanità dal momento del ricovero fino alle dimissioni.  ovviamente tutto il personale che ci ha assistiti e di cui, purtroppo, non ricordo tutti i nomi. Spero che questa mia nota possa convincere altre mamme a scegliere il Mandic per partorire: troveranno professionisti dinamici, competenti e gentili, e soprattutto non verranno trattate come numeri ma come persone. Inoltre, il fatto di essere ricoverate un giorno in più rispetto ad altre strutture ospedaliere consente un maggior riposo e quindi un rientro a casa più sereno. Spero che il punto nascite resti aperto, nonostante i numeri imposti da direttive /protocolli e/o disinteresse (o interesse??…) della politica locale. Cordialmente, 
Katia Panzeri
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