Ospedale di Vimercate: una “task force” per la Terapia del Dolore

Il servizio di Terapia del Dolore si occupa di garantire il percorso terapeutico a pazienti che soffrono di una patologia dolorosa benigna e cronica o che sono stati interessati da eventi acuti post traumatici o post operatori.

All’Ospedale di Vimercate, su questo fronte, è impegnata una sorta di “task force” di 4 anestesisti: Raffaella Bigi, Francesca Verga, Roberta Trimarco e, ultimo arrivato, Antonio Mazzola.
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Accedono al servizio pazienti ricoverati presso diverse aree di degenza ospedaliera, ma anche e soprattutto pazienti già orientati dal medico curante o dallo specialista, tramite impegnativa. 

“Garantiamo, in alcune situazioni difficili – assicura Raffaela Bigi - la possibilità di essere visitati entro tre giorni o al massimo, entro dieci”.

“La maggior parte dei nostri pazienti - aggiunge la specialista - hanno un’artrosi cronica, con la presenza di ernie discali o di stenosi del canale vertebrale, oppure sono malati che soffrono di artrosi tra un’articolazione e l’altra. Ci sono anche pazienti con problematiche a livello dell’anca, del ginocchio, della spalla suscettibili di intervento chirurgico, che quindi necessitano di una terapia farmacologica e infiltrativa in loco per lenire l’artrosi presente. Abbiamo anche pazienti, poi, con patologie sistemiche come ad esempio l’artrite reumatoide, la fibromialgia, le cefalee o con l’Herpes Zoster e patologie e neuropatie del Trigemino”.

I pazienti con patologie osseo-articolari sono soprattutto grandi anziani, ultraottantenni. Quelli affetti da altre patologie come la fibromialgia e l’artrite reumatoide sono compresi in una fascia d’età che va dai 40 ai 60 anni: patologie che colpiscono soprattutto le donne (80%).

La terapia è farmacologica, ma anche infiltrativa (in regime ambulatoriale, in totale sicurezza, e speso con l’ausilio dell’ecografia) che necessita di essere sviluppata in cicli.

Il gruppo di anestesisti si occupa esclusivamente di terapia de dolore cronico. Dal 2018 registrano un costante incremento di pazienti: nel 2021 erano 207, nel primo semestre del 2023 sono già 375.

“L’attività del terapista del dolore – ricorda Raffaella Bigi - non si limita alla visita ambulatoriale e al successivo controllo. Prevede anche la valutazione e il trattamento di tutti i fattori che impattano negativamente sulla vita del paziente e che sono riconducibili al dolore (ansia, depressione, disturbi del sonno, disabilità)”. 

Parte integrante del servizio di terapia del dolore è la cosiddetta medicina complementare: se ne occupa una anestesista rianimatrice agopunturista. I pazienti in trattamento sono, fra gli altri, oncologici, fibromialgici, con artrite reumatoide. I risultati sono più che apprezzabili.
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