Educativa scolastica: i maestri dell'I.C. di Cernusco, inascoltati, lamentano i disagi

Si è alzato un grido di "amarezza, delusione, impotenza e disagio" dagli insegnanti delle scuole elementari dell'Istituto comprensivo di Cernusco Lombardone. Sentimenti scritti nero su bianco dai docenti in una lettera rivolta ai quattro sindaci di Cernusco, Lomagna, Montevecchia e Osnago, alla dirigente scolastica Mariacristina Cilli e alla vicaria. A loro vengono chieste da 10 giorni risposte, senza averle ancora ricevute, e un'assunzione di responsabilità.  


La ragione, che ha spinto il corpo docenti a scrivere la missiva, è presto immaginabile: la contrazione delle ore di assistenza educativa scolastica. L'instabilità è cominciata in alcuni plessi già dal 1° marzo, alla conclusione cioè del formale incarico a Consolida di gestire il servizio per conto di Retesalute. Sono seguite due settimane di stallo, in cui Consolida ha tentato di garantire la continuità in attesa della regolarizzazione del nuovo affidatario, la cooperativa Valdocco.    


Il cambio definitivo c'è stato lunedì 13 marzo. La nuova coop non è riuscita a garantire la copertura completa delle ore necessarie ad affiancare i bambini disabili, in alcune scuole in particolare. Se a Cernusco è andata meglio, tanto che i suoi docenti non hanno voluto firmare la lettera [clicca QUI], e a Montevecchia gli alunni da seguire non sono molti, i guai principali si sono verificati a Lomagna e in parte a Osnago.    


A Lomagna pare che nelle prime settimane siano rimaste scoperte 60 ore su 60, un record in negativo che non si è registrato da nessun'altra parte nel Meratese e Casatese. In questo momento sono garantite sporadiche ore. Gli insegnanti sono stati costretti a fare i salti mortali per non lasciare a casa i bambini disabili. A Lomagna da tre settimane ormai si stanno alternando quattro docenti in pensione, che gratuitamente sono tornate tra le mura della "A. Volta" per sopperire alle gravi assenze di educatori. Ad Osnago le quarte elementari sono state particolarmente penalizzate, compreso uno studente dal grado di disabilità classificata come "grave/gravissima". Gli alunni non sono stati lasciati a casa, come inizialmente aveva impartito la dirigente scolastica, ma talvolta la scuola è stata costretta a farli uscire ad orario anticipato.


Nella lettera i docenti hanno scritto di aver sentito le ragioni e i punti di vista delle varie parti in gioco, aggiungendo che fosse arrivato il momento di ascoltare anche la loro campana "con altrettanta serietà". Ne emerge dunque un quadro di assenza di dialogo e confronto con chi sta sul campo: "Ci siamo organizzati, abbiamo stravolto i nostri orari scolastici ed extrascolastici e, per il bene dei bambini fragili, lo abbiamo fatto consapevoli del ruolo che occupiamo nella scuola" hanno dichiarato i maestri.


Segue un'analisi cristallina - e, come tale, spietata - di quanto sta accadendo in questo mese. A partire dai casi "gravi e gravissimi", il cui bando per la gestione del servizio è andato deserto e dunque Retesalute sta tamponando principalmente con degli affidamenti diretti parziali: "Saranno costretti a vedere diverse figure anche in una sola giornata, ciò rende il loro equilibrio emotivo già fragile ancora più precario con il serio rischio di vanificare il lavoro prezioso svolto in questi anni" hanno prospettato i docenti.


Per gli insegnanti dei plessi dell'Istituto comprensivo "A. Bonfanti A. Valagussa", le sostituzioni degli educatori che stanno svolgendo in prima persona non sono adeguati, non solo in termini di competenze e formazione professionali, ma anche sul mero piano organizzativo. I bambini disabili vengono sì seguiti dai maestri, ma non in una relazione 1 ad 1, quanto piuttosto all'interno di altre classi del plesso, insieme ad alunni che non conoscono. Per bambini così sensibili si tratta di shock emotivi quotidiani, oltre che il venire meno di un faticoso percorso di socializzazione all'interno della propria classe di riferimento.


I docenti non hanno lasciato sottotraccia nemmeno il tema degli studenti invisibili che non hanno forme di disabilità effettive, ma dei disturbi dell'apprendimento che in condizioni regolari vengono seguiti con le ore di compresenza. Un supporto che è stato ridotto, se non annullato, per affrontare le situazioni più estreme.


"Volutamente per ultimo vorremmo evidenziare il sacrificio che noi docenti siamo chiamati a fronteggiare in questi periodi difficilissimi senza sapere se e quando questa situazione si risolverà - hanno scritto gli insegnanti - Siamo tutti consapevoli che la scuola ha il compito di garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti e, davvero, ci stiamo impegnando perché a nessuno venga tolto questo sacrosanto diritto in cui tutti fortemente crediamo, ma riteniamo altresì che questa situazione non sia giusta per nessuno, in primis per i nostri alunni".


La lettera è datata 20 marzo (stranamente indica come luogo Osnago) e, da quanto ci risulta, nessuno si è degnato ancora di rispondere. "Chiediamo quindi risposte - questo l'appello dei maestri - Chi di dovere si prenda carico delle proprie responsabilità nei confronti degli alunni e delle loro famiglie, degli insegnanti e di tutto il personale che sta facendo fronte a questa brutta situazione".
M. P.
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