Cambia Merate: la storia della ''Casa della Musica'' ovvero il bluff della propaganda

Cambia Merate, gruppo di opposizione alla Giunta di centrodestra guidata da Massimo Panzeri, ha diffuso un comunicato dopo la lunghissima seduta di Consiglio comunale di lunedì scorso, durante la quale si è parlato del fantomatico progetto di realizzare una "Casa della Musica". Strombazzato qualche mese dopo la vittoria elettorale, sottoscritto un protocollo d'intesa con quattro associazioni locali del settore, era stato persino lanciato un concorso di idee sul possibile recupero di cascina Galli. Che è come il Jolly, quando non si sa dove prendere soldi si pensa che Cascina galli sia la soluzione. Inizialmente stimata 850mila euro avrebbe dovuto costituire la permuta per l'Impresa incaricata di raddrizzare via Verdi. Ma le ambizioni dell'omonimo Comitato andavano ben oltre la cifra tanto che oggi siamo arrivati a 4 milioni. Così Cascina Galli è rimasta nella disponibilità del Comune. Scartata l'ipotesi Villa Confalonieri ecco la mirabolante idea: donare alle associazioni il rudere affinché provvedessero loro a tirarci fuori la Casa della musica. Naturalmente nessuno lo credeva possibile: si tratterebbe di un investimento di almeno due milioni di euro secondo stime minimali. Preso atto della stupidata la Giunta ha ripiegato sull'edificio già esistente di via Cerri, l'ex Ecosystem i cui immobili furono meritoriamente acquisiti al patrimonio pubblico dal sindaco Massironi. Il bluff della propaganda è stato scoperto. Neanche questo progetto che avrebbe potuto essere intestato a PiùProspettiva - l'unico in pratica - è andato in porto. Alla Giunta Panzeri si ascriverà il merito di aver sostituito i tombini, rappezzato i buchi nei marciapiedi e asfaltato qualche strada. Per un gruppo che ha la pretesa di chiamarsi PiùProspettiva, davvero poco.

SCUOLA DELLA MUSICA, QUAL PIUMA AL VENTO.......


Lunedì sera in Consiglio Comunale abbiamo assistito al contorsionismo politico e al dietro front dell’Amministrazione.
Il 26 Settembre 2020 durante una cerimonia da grandi occasioni è stata sottoscritta fra Amministrazione e 4 associazioni musicali di Merate la lettera di intenti per la costruzione della Casa della Musica. Ora scopriamo che non se ne farà nulla.
Facciamo un passo indietro: la Casa della Musica è un punto focale del programma elettorale di Cambia Merate. Non una boutade; un percorso nato dalla conoscenza delle realtà musicali e costanti interlocuzioni finalizzato a promuovere un polo musicale di rilievo in città. Villa Confalonieri per bellezza, ubicazione, valore e storia doveva essere il luogo prescelto.
Nel programma elettorale della lista Più Prospettiva, nulla di tutto questo, quasi una distanza dalle realtà musicali.
Vinte le elezioni, compresa l’importanza del progetto e i risvolti in termini di consenso politico, in men che non si dica arriva il progetto a Cascina Galli, rudere abbandonato dagli anni ’80, già destinato senza successo a edilizia residenziale popolare ma di infelice collocazione tra Unieuro, Rsa Frisia e caserma dei Vigili del Fuoco.
Iniziano le danze con commissioni, prefattibilità, presentazioni e scelta del miglior progetto.
Di settembre 2020 la lettera d’intenti che impegna il Comune a mettere a disposizione Cascina Galli e a sostenere i costi dello studio di prefattibilità tecnico economica, mentre le associazioni a recuperare tra i 4 e i 5 milioni di Euro per costruire l’opera.
Già dal prologo si poteva comprendere come sarebbe andata a finire, senza un Comune impegnato a finanziare in proprio il progetto e scandagliare bandi pubblici anche sovrannazionali per trovare fondi.
Poi silenzio assoluto sino al Documento di programmazione presentato in Consiglio lunedì scorso, con la notizia che, saltata l’idea della Cittadella della Salute, la Casa della Musica ben può stare in via Cerri, nei locali già occupati da Ecosystem.
Con semplicità, dopo due anni di belle parole, progetti e conferenze, il progetto svanisce.
Prova provata che la Casa della Musica non era e non è una priorità per l’Amministrazione, che non brilla nell’indicare un disegno culturale della città. Diversamente avremmo visto un impegno in termini di ricerca di fondi, anche provenienti dal PNRR.
Non si creda, non ci si illuda che cambiando luogo, scegliendo un progetto meno ambizioso, le cose potranno cambiare.

“Qual piuma al vento, muta d’accento e di pensier”.

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