La campagna elettorale col bastone del Twirling

La vera campagna elettorale la stanno combattendo i collaboratori dei candidati, che da mattina a sera, inchiodati sulle sedie davanti al computer, inondano le cloache social di superlativi, iperboli e spudorate menzogne in 3 D. Per puro esercizio mentale ieri abbiamo scorso un noto social dove un altrettanto noto candidato racconta quanti milioni ha fatto avere al lecchese. Arrivati a cinquanta abbiamo smesso. O quest'uomo è unto del signore e attira milioni come olgettine oppure si appropria del lavoro di sindaci, tecnici comunali, responsabili dei servizi finanziari e tutti coloro che hanno partecipato a bandi regionali e, avendo i requisiti, hanno ottenuto i contributi. Con o senza l'unto.

Ma a parte questa sfumatura la campagna per il rinnovo del Consiglio regionale procede fiacca. Un po' di manifesti, nessun comizio, qualche raro aperitivo e la consueta cena per raccogliere fondi.

Che tempi quando l'MSI arringava la piazza mentre gli scalmanati missini e gli altrettanto agitati di Avanguardia operaia, Lotta continua e Potere al popolo si insultavano trattenuti dal cordone di carabinieri. Ora tutto è soft, il disinteresse regna sovrano e solo chi ha la passione dei social ha contezza dell'evento elettorale.

Evento che, tuttavia, avrà anche conseguenze su scala locale, a Merate, in particolare perché tra i candidati, c'è Giuseppe Procopio di Noi Moderati, lista che afferisce al candidato presidente Attilio Fontana.

Il guaio è che Procopio appare come il più temibile concorrente di Mauro Piazza - detto per le ragioni di cui sopra lo "spaccamilioni" - che, a sua volta è sostenuto apertamente dal sindaco Massimo Panzeri e dall'assessore Fiorenza Albani.

Fatichiamo a comprendere la posizione di quest'ultima di fatto una "creatura" di Andrea Massironi, un moderato centrista con sguardo a destra. Forse ha influito la successiva cooptazione a consigliere provinciale, dove ha incontrato la presidente Alessandra Hofmann, lei sì una "creatura" di Mauro Piazza. Entrambe hanno scarsa esperienza nel ruolo ma sono docili e di buon comando. Così, giulive, seguono il candidato uscente ovunque, in azienda o per le vie della città e, pur prive del bastone di Twirling, lo promuovono con la propria avvenenza.

Il Sindaco di Merate, invece, ossequia il partito - nonostante che la vecchia base leghista guardi a Flavio Nogara semmai - un po' come fa sulla vicenda ospedale. Nel senso che non fa nulla per non disturbare i suoi sodali a Milano e pazienza se a pagare il conto sono i cittadini sempre meno assistiti dal Mandic.

In circostanze "normali" l'appoggio lo si dà al proprio collega, il Sindaco invece sostiene l'avversario. E questa scelta di campo di Panzeri minaccia di aprire una crepa in Giunta. Alfredo Casaletto conoscendolo, non prenderà posizione, almeno finché l'esito non apparirà chiaro. Neppure Franca Maggioni si è dichiarata anche se sembra più vicina a Procopio. Fabio Tamandi è un caso a sé, più di natura clinica che politica. E' l'uomo dai due volti, rifiuta di far inserire la propria immagine nel maxi manifesto a sostegno di Piazza affermando di essere un moderato di centro che mai voterà Lega e poi appone un "mi piace" allo slogan dell'Albani a favore del medesimo Piazza, divenuto leghista. Tamandi è persona a modo che però ancora non ha deciso che cosa farà da grande.

Ma andiamo avanti. In campo c'è anche Paolo Mauri, un'icona della vecchia Lega. Figlio di Bruno, il capo storico del partito meratese, fratello di Matteo e cognato di Andrea Robbiani, ex sindaco della città. In ormai totale disaccordo con la linea Salvini, Mauri è candidato con la lista Moratti. Un robusto blocco leghista si stacca dal corpo principale e va altrove.

Un'altra grana per il sindaco Panzeri che ha già fatto sapere di volersi ricandidare nel 2024. Prudenza gli consigliava di stare fuori dalla competizione per tenere comunque serrate le fila. Invece l'indomito spirito alpino-furiere l'ha indotto a scendere in campo con Piazza, preferendo lo scontro diretto col suo vice.

Se Procopio ce la farà, come consigliere regionale avrà una mostrina in più del sindaco. In caso contrario avrà contato i voti e il suo peso specifico. Che a quel punto - salvo uscire dall'agone politico - lo porterà inevitabilmente a candidarsi a sindaco nel 2024. Contro Massimo Panzeri . Consapevole - già ora - che ampi settori moderati dell'elettorato di centrodestra saranno con lui.

Claudio Brambilla
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