Gli atti simbolici più dei cortei mettono il potere immobile di fronte alle proprie menzogne

In questi giorni da Morterone a Milano, a Palermo, a Roma, a Bolzano fino a Sydney si sono organizzati eventi, manifestazioni per festeggiare l'anno nuovo, la natività, la befana. Sono atti rituali che affondano nella storia antropologica secolare delle comunità di appartenenza. Oggi, sono i proiettori, sparsi in diverse piazze, a proiettare immagini fantastiche di paesaggi invernali incantati, oggetti volanti, streghe, gnomi, stelle, satelliti su case, musei trasformando la realtà in un sogno. La piazza diventa un quadro surrealista alla Breton, alla Dalì, domesticato per l'occasione.

Sono delle azioni condivise dalla realpolitik, dalla popolazione, la tradizione è rinnovata, consolidata e tutto questo rassicura, perché il rappresentato coincide con il desiderio collettivo. La cosa cambia quando l'atto espressivo assume un significato di denuncia sociale, culturale e politico. L'atto contestativo per incidere, per farsi riconoscere deve mettere in mostra dei simboli che facciano presa su pre-giudizi culturali, religiosi e politici.

Nel 2009, l'artista messicana Elina Chauvet denuncia la violenza sulle donne e il femminicidio esponendo una serie di scarpe rosse da donna davanti al consolato di El Paso in Texas. Ogni 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è diventata tradizione trovare nelle piazze scarpe rosse in cammino.

Nel 2008, il movimento femminista ucraino Le Femen si presenta nella piazza principale di Kiev con seni nudi e scritte sul proprio corpo per denunciare il sessimo, il turismo sessuale e altre discriminazioni sociali. In occasione dell'Angelus domenicale, il 3 maggio 2018, in Piazza San Pietro, un'attivista simula con il seno scoperto di allattare un bambino in braccio. Nel 2012, il collettivo punk russo femminista attivo a Mosca, Le Pussy (vagina) Riot (rivolta), con flash mob, performance con un abbigliamento discinto, trasparente, colorato, nascondendo la propria identità, si presenta nella Piazza Rossa e nella Cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore. Lo scopo è di contestare la chiesa ortodossa e il primo ministro Vladimir Putin. Nel marzo 2012, alcune manifestati sono arrestate e condannate a sette anni di carcere.

Il 16 settembre 2022, a causa della morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per aver violato la legge sull'obbligo dell'ahjab, le ragazze iraniane, con un atto simbolico, tolgono il velo. La protesta è in atto.

Il 4 novembre 2022, alcuni ambientalisti imbrattano a Palazzo Bonaparte con zuppa di piselli "Il seminatore" di Van Gogh.

Il 2 gennaio 2023, alcuni ambientalisti imbrattano il portone e alcune finestre a pianoterra del palazzo Madama, sede del Senato. Il 4 gennaio 2023, due attivisti del gruppo ambientalista "Dernièr Renovation" imbrattano con la vernice l'entrata dell'Hotel de Matignon.

L'atto simbolico, più dei cortei, scatena delle reazioni inconsce nel collettivo e mette il potere immobile, statuario di fronte alle sue menzogne. Lo scopo non violento dell'atto artistico pittorico, poetico e sociale è di scardinare la serratura del potere.

Nella sua ultima intervista del 31 ottobre 1975, condotta da Philippe Bouvard, Pasolini dichiarò: "Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un piacere. Chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista". Scandalizzare per mettere a nudo l'incompiuta della politica ecologica.

Dr.Enrico Magni
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