Merate: la politica ''usa'' la benemerenza come arma di gratificazione e di consenso

È stata, al solito, una bella cerimonia. Sfarzosa, ben diversa dalle sue origini che risalgono al 1984 quando in sala civica, davanti a poche decine di persone, il compianto direttore del Giornale di Merate, Antonio Risolo, conferiva alla signora Bruna Bollani il Premio della Bontà, recuperando una tradizione risalente agli anni sessanta ma rimasta a lungo interrotta.
Come ogni anno la scelta dei premiandi avviene su segnalazione di cittadini; segnalazioni note però soltanto al sindaco e a qualche membro della Giunta Municipale. Spesso neppure i consiglieri di maggioranza ne sono informati.
Nel 1984 per evitare strumentalizzazioni si affidò la scelta a un comitato ristretto costituito dal Parroco, dal Sindaco, dall'Assessore ai Servizi sociali e dal Direttore del giornale.
Quando poi a metà degli anni novanta - chiusa l'epoca del Premio della Bontà - si è passati ai cosiddetti "Ambrogini" il "potere" di scelta è stato avocato dalla politica. Che, come da tradizione, ne ha fatto uno strumento di gratificazione e di nuovo consenso.
L'edizione 2022 ha visto premiati due personaggi notissimi in città: Pierpaolo Arlati e Andrea Massironi. Il primo ha fatto un po' tutto: presidente della proloco, Presidente della banda sociale, animatore dei gemellaggi, consigliere comunale. All'alba degli 80 anni è ancora sulla breccia come tour operator. Sicuramente gode di qualche appoggio benvoluto a Palazzo....  Ma se c'è una persona che a Merate ha dato tanto ricevendo assai meno quello è Pierpaolo. Che la Benemerenza la meritava da decenni.
Andrea Massironi è invece un politico puro, della vecchia razza democristiana. Nell'ultima tornata elettorale si è speso molto per Massimo Panzeri, più per ragioni ideologiche che personali. È entrato per la prima volta a Palazzo nel 1990, poi ha saltato un turno ed è rientrato nuovamente nel 1999. Alle elezioni successive il suo candidato Andrea Colombo ha perso contro l'amico-nemico Albani trascorrendo così 5 anni in minoranza. Nel 2009 aveva preferito non candidarsi ma il vincitore Andrea Robbiani lo aveva chiamato affidandogli la delega al Bilancio come assessore esterno. Robbiani ha riesumato Massironi - dicevano molti - che altrimenti sarebbe con buona probabilità scomparso dalla scena politica locale. Forte di quell'esperienza - e pur andando contro lo stesso "riesumatore" Robbiani - si candidava a sorpresa a sindaco nel 2014, vincendo. Dunque 25 anni di Consiglio di cui 5 da Primo Cittadino.
Un record? No. Il record ce l'ha Andrea Colombo che pur essendo l'unico del gruppo dirigente Dc a non essersi mai seduto sulla poltrona di sindaco ha trascorso in Aula ben 29 anni, quasi sempre come assessore a Sport e Commercio.
Ma a parte Colombo, che pure parrebbe vantare maggiori meriti di servizio alla città, ci sono gli altri tre dirigenti democristiani che avrebbero meritato come Massironi. Mario Gallina che ha ricoperto anche numerose cariche in aziende pubbliche ha trascorso 20 anni in Aula di cui cinque come sindaco; Dario Perego, 19 anni di cui però ben 9 come sindaco; Giovanni Battista Albani 24 anni di cui 5 come sindaco.
Per quanto Andrea Massironi sia senz'altro meritevole non è a tutti comprensibile la ragione della benemerenza proprio ora considerando anche che il suo primo impegno risale al 1990 mentre, per esempio Gallina e Perego erano già in Consiglio comunale nel 1975.
Qualcuno suggerisce che il sindaco Panzeri abbia fatto ricorso nuovamente al metodo Tamandi. Costui è stato nominato assessore al posto del destituito Robbiani curiosamente proprio quando aveva iniziato a frequentare un gruppo intenzionato a dare vita ad un movimento civico di tipo culturale "L'Incontro" che avrebbe potuto scendere in campo nel 2024. Le elezioni comunali si avvicinano e Massironi, notoriamente, sposta voti. Ma è una pura ipotesi scolastica. Massironi ha fatto molto per Merate, la benemerenza non è contestabile.
Ci sono poi l'Asilo Infantile - Ente Morale, guidato da vent'anni dalla signora Susanna Conti Terragni che aveva già ottenuto la benemerenza nel 2018 (i Terragni sono grandi amici della famiglia Panzeri) e la notaia Alessandra Panbianco, già presente in qualche lista elettorale vicina alla attuale maggioranza e, soprattutto, attivissima nella Proloco di oggi, la cui presidente gode della totale stima da parte dell'Amministrazione comunale al punto di poter accedere, unica cittadina, a Palazzo anche fuori dagli orari di ricevimento del pubblico (giovedì compreso), per quanto si presume per ragioni strettamente connesse alla sua carica.
Insomma, sono tutti meritevoli, ma a ben guardare vale la tesi esposta qualche paragrafo indietro: da quando la scelta è passata direttamente nella disponibilità del sindaco e della Giunta inevitabilmente è influenzata da motivazioni e simpatie personali.
Ci sta, anche perché è difficile ogni anno scovare benemeriti. E quasi impossibile benemeriti sconosciuti ai più e senza legame alcuno con la politica.
Come Bruna Bollani nel 1984.
Claudio Brambilla
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