Monza: Acsm-Agam cambia nome e colori, ora è ACinque. Canzi, sempre vicini ai territori

Giovanni Perrone e Marco Canzi

L'assemblea dei soci lo aveva già deciso ad aprile con la modifica dello statuto, dal primo ottobre diventa effettivo. Il gruppo Acsm-Agam - la multiutility che riunisce i territori di Como, Varese, Sondrio, Lecco e Monza - cambia nome e veste grafica. Dal 1° ottobre si presenterà come Acinque. Il nuovo logo comparirà sulle bollette inizialmente affiancato dal simbolo dell'attuale denominazione per poi restare l'unico riferimento. Il pittogramma, presentato in conferenza stampa presso la Villa Reale di Monza nel pomeriggio di mercoledì 21 settembre, è una versione più stilizzata della precedente e unisce cinque colori dal blu all'arancione a rappresentare le singole Province, oltre all'azzurro che richiama l'azionista di maggioranza (41,34%) A2A. Lo stesso colore è utilizzato per le scritte, esattamente come per il partner industriale. "Un logo la cui costruzione ha coinvolto anche tutti i nostri clienti - sottolinea Giovanni Perrone, responsabile della Business Unit Vendita - A giugno infatti abbiamo lanciato un concorso, "Il futuro ha i tuoi colori", per la scelta del colore del logo, chiedendo a tutti di darci le proprie preferenze. Dopo oltre 15.000 voti, il pittogramma che oggi abbiamo, di sei colori, rappresenta proprio la forza dell'unione. Ad oggi sono già stati estratti a sorte tra i partecipanti 10 clienti che hanno ricevuto altrettanti buoni sconto da 50 euro. Altri 5 saranno estratti a ottobre e infine vi sarà l'estrazione finale di 5 superbonus sconto da 500 euro".

 

La vera e fondamentale svolta sta nel fatto che a cambiare denominazione saranno anche le società controllate, tutte aventi come denominatore comune la scritta "Acinque", alla quale sarà associato un termine specifico per il ramo operativo di cui si occupa. Dunque, per esemplificare, la lecchese "Acel Energie" che fornisce luce e gas diventerà "Acinque Energia". Lo spettro però che si intuisce in questo orizzonte di unitarietà e aggregazioni è che in futuro ci sia una sola azienda di riferimento per ognuna delle quattro Business Unit, ben rappresentate in forma grafica nel Bilancio di sostenibilità del 2021.

Grafico tratto dal Bilancio di Sostenibilità 2021

Per il momento il "rebrandering" ha però uno scopo principalmente comunicativo. "Alle origini del progetto della nostra multiutility - ha dichiarato il presidente Marco Canzi - c'era l'idea di riunire le utilities dei territori per salvaguardare quello che era stato fatto nel passato, garantendo un futuro alle aziende confluite e integrate nel gruppo, creando al tempo stesso nuove opportunità al passo con le nascenti richieste. L'aumento della nostra visibilità e identità ci consentirà di essere ancor più al fianco dei territori come elemento di sviluppo per il loro progresso: sia perché agiamo su delle erogazioni di servizi essenziali dal punto di vista della qualità della vita, sia perché sono stati uniti dei soggetti che grazie a questa unione possono guardare al futuro con molta più forza e più autorevolezza".

 

Canzi ha aggiunto che la scelta di cambiare denominazione è stata maturata in tempi lunghi, già prima del Covid che ha fermato lo sviluppo dell'idea. "Non era opportuno in quel momento, c'erano altre priorità" ha precisato il presidente. In questo processo è stata coinvolta la popolazione aziendale, sono stati effettuati studi e sondaggi mirati per capire quale possibilità fosse migliore dell'altra. I soci hanno quindi condiviso la decisione finale.

 

Nelle prossime settimane Acinque si presenterà al territorio con una serie di iniziative pubbliche che saranno a breve annunciate. Parallelamente, il gruppo ha organizzato delle conferenze con degli esperti per una più attenta comprensione dell'instabile contesto internazionale. Queste tavole rotonde saranno aperte al pubblico, ma principalmente rivolte a Enti istituzionali e imprese. Si comincerà il 5 ottobre dalla sede lecchese del Politecnico di Milano, con la ricercatrice dell'ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) Serena Giusti e il giornalista statunitense Andrew Spannaus.

Marco Pessina
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